Col termine peri-menopausa si intende il periodo di circa 5 anni che precede e che segue la menopausa. La menopausa è l’età in cui cessano i flussi mestruali, stabilita a posteriori, cioè un anno dopo la fine delle mestruazioni.
La premenopausa è caratterizzata da un assetto ormonale instabile, con periodi di carenza di progesterone e quindi eccessi relativi di estrogeni, che si manifestano con flussi mestruali talvolta abbondanti, ravvicinati alternati a periodi di regolarità. È la fase luteale, la seconda metà del ciclo che risente in prima battuta dell’invecchiamento dell’ovaio.
Successivamente anche la produzione di estrogeni comincia a calare e i flussi di diradano, diventano più scarsi e compaiono le prime vampate di calore, alterazioni del tono dell’umore, disturbi del sonno ecc…
Con il totale esaurimento della funzione ovarica si entra in post-menopausa e cominciano i sintomi più tardivi soprattutto a carico delle mucose, dell’osso e delle articolazioni.
Una piccola percentuale di donne affronta serenamente il passaggio dalla fase fertile alla post-menopausa e riferisce pochi sintomi, che comunque non compromettono la qualità di vita. Sfortunatamente la stragrande maggioranza della popolazione femminile sperimenta, al contrario, sintomi psico-fisici più o meno pesanti e chiede aiuto al ginecologo.
Ci concentriamo sulle terapie ormonali
Mi piace dividere i trattamenti con ormoni in
-terapie soppressive
-terapie regolatorie
-terapie sostitutive
Le terapie soppressive bloccano la funzione ovarica, mettono a riposo la gonade femminile per cui gli ormoni circolanti sono determinati dalla quantità di ormone assunto per bocca, anello o cerotto. È in parole più semplici la pillola contraccettiva che provoca un feed back negativo sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi impedendo il normale flusso degli ormoni che determina il ciclo mestruale.
Ottima terapia del periodo pre-menopausale, quello con i picchi anarchici di estrogeni non bilanciati, ben tollerata da coloro che hanno già sperimentato la pillola in precedenza senza effetti collaterali.
Pessima terapia, al contrario, per chi in passato ha vissuto negativamente il periodo della contraccezione orale (basso tono dell’umore, abbattimento del desiderio sessuale, secchezza delle mucose, cefalea, gonfiore ecc..). Ricordo che tra i 40 e 50 anni la donna vive il periodo d’oro della sessualità e tra i vari fattori chiamati in causa c’è anche il rapporto estrogeni-testosterone tipico di questa fase della vita. Non tenere conto di questo particolare e somministrare una terapia soppressiva senza spiegare bene il significato alla paziente, credo sia un grande atto di disprezzo nei confronti della sessualità della donna matura.
Le terapie regolatorie ( o di riequilibrio) si dividono in terapie che forniscono dall’esterno l’ormone mancante e quelle che cercano di stimolare la produzione endogena dell’ormone carente.
Il progesterone è l’ormone che cala nelle fasi inziali di esaurimento della funzione ovarica, per cui la somministrazione per os, per via vaginale o transdermica (ormoni bioidentici) ripristina i livelli circolanti, permettendo un equilibrio endocrinologico che garantisce la salute della donna (gli eccessi di estrogeni portano a patologie importanti!) e migliora la qualità di vita.
Le terapie bio-regolatorie (Low Dose Medicine) si basano sui principi di PsicoNeuro EndocrinoImmunologia. Invece di somministrate una quantità “soppressiva” di farmaco, come nella pillola contraccettiva, si usa lo stesso farmaco ad una concentrazione molto bassa, detta fisiologica, in modo da operare un feed back positivo. È applicabile solo se in ecografia si nota un minimo di tessuto ovarico funzionante, perché è in definitiva uno stimolo a continuare a funzionare più regolarmente.
In ultimo, le terapie sostitutive che, come dice il nome, si sostituiscono ad un ovaio ormai esaurito che non produce più estrogeni e progesterone, ma solo un minimo di ormoni maschili.
Si tratta di combinazioni estro-progestiniche assunte per via orale o transdermica e sono indicate in maniera specifica nelle donne con sintomi invalidanti a carico del Sistema Nervoso Centrale, vampate, depressione, insonnia, deficit della memoria…, delle ossa e delle articolazioni e nella paziente con familiarità per sindrome di Alzheimer. Le terapie e la prevenzione della sindrome genitourinaria e la cura della sessualità possono essere invece costituite da combinazioni locali, con estrogeni deboli e testosterone in preparazioni galeniche anche con ormoni bioidentici.
La gamma di preparati è molto vasta e le terapie sono definite “sartoriali”, cioè cucite sulla singola persona e modulate a seconda della risposta clinica.
Non esiste donna che non possa essere aiutata a vivere serenamente la seconda metà della propria vita!