Dr. Maria Cristina Iannacci
Spec. in Ginecologia e Ostetricia
Perf. in Sessuologia Clinica
Il clitoride è il grande amico della donna tra le lenzuola.
Soffermiamoci un attimo sull’anatomia perché comprendere la struttura del clitoride vuol dire capire il suo significato nell’economia del piacere sessuale femminile.
Distinguiamo (foto1) una parte superficiale detta glande, che emerge subito sotto l’unione delle piccole labbra (in viola) e subito prima dello sbocco dell’uretra (in bianco). La commessura anteriore delle piccole labbra costituisce una sorta di copertura, il cappuccio del clitoride.
Il glande prosegue (foto2) nelle radici fino a sfioccarsi in due formazioni allungate, le crura del clitoride, che sono a tutti gli effetti un ancoraggio dell’intero organo sulle strutture ossee e tendinee del pavimento pelvico. Questo particolare anatomico rende ragione del quadro di clitoralgia (variante sintomatologica della vulvodinia) da ipertono del pavimento pelvico, cioè fastidio/ipereccitazione continua/dolore localizzato al clitoride sine materia, senza evidenza di lesioni in corso di visita ginecologica.
Le due formazioni più chiare nella foto 2 sono i bulbi, costituiti da tessuto cavernoso, del tutto simile ai corpi cavernosi del genitale maschile, i quali abbracciano lateralmente il canale vaginale inducendo durante la fase dell’eccitazione espansione ed allungamento della vagina ai fini della penetrazione.
Amo ricordare l’origine embriologica di questo organo perché è diversa rispetto alle strutture genitali più interne (vagina, utero ecc.). Deriva infatti dal foglietto ectodermico, come la pelle e il cervello, presenta una ricca innervazione sensitiva ed ha recettori ormonali soprattutto per gli androgeni, specificatamente per il testosterone, a differenza delle pareti interne della vagina che si nutrono di estrogeni.
Parliamo di fisiologia
La funzione del clitoride è sempre stata identificata come fonte del piacere sessuale femminile. Credo che in realtà la fisiologia delle strutture cavernose racconti una storia un po’ diversa: i bulbi del clitoride, come ho già accennato, garantiscono il cambiamento di stato del canale vaginale a tal punto da renderlo ospitale nei confronti del genitale maschile. Si tratta della fase iniziale dell’eccitazione sessuale, quella indotta dal desiderio sessuale, dall’immaginazione, dalle fantasie, dalla consapevolezza che si sta per vivere un incontro erotico. Il circuito nervoso alla base di questo fenomeno parte dal cervello e funge da apripista per l’eccitazione sessuale più fisica indotta dalla stimolazione diretta delle aree erotiche periferiche, genitali e non.Dal clitoride, poi, partono circuiti sensitivi molto potenti ed efficaci per l’accensione erotica, in particolare per stimolazione diretta del glande e delle radici del clitoride. Dalle pareti vaginali, al contrario, lo stimolo raggiunge i centri superiori con più lentezza, con più sinapsi, coinvolgendo aree cerebrali legate alle emozioni. Ne consegue che per arrivare all’orgasmo, che è unico, sempre quello (v. altri articoli sul blog), le vie sono molteplici, molto soggettive, da esplorare e da rispettare, da risvegliare in sequenza o contemporaneamente.
Ecco quindi che il clitoride va considerato il fulcro della attività erotica sia per la fase dell’accensione eccitatoria che per la successiva fase dell’accoglienza coitale e, infine, della fruizione del piacere.
Prendersi cura del clitoride vuol dire porre attenzione all’intera esperienza erotica. Nella adolescente sarà la curiosità della conoscenza a permettere il buon rapporto donna-clitoride. Nell’età adulta l’esperienza e la capacità di chiedere farà del clitoride il miglior amico tra le lenzuola, mentre in climaterio la cura del clitoride dovrà necessariamente passare per l’utilizzo di trattamenti locali a base ormonale. Sì, in post menopausa la stragrande maggioranza delle donne denuncia un impoverimento della reattività, accensione e intensità orgasmica del tutto fisiologica, legato al calare degli ormoni sessuali, endocrino-senescenza, facilmente curabile e risolvibile con l’accoppiata in formulazione galenica testosterone/estriolo bioidentici.
Attualmente, questo tipo di terapia rappresenta un presidio medico utilissimo anche in alcune disfunzioni sessuali della giovane donna, nelle vulvodinie, nei cali di desiderio in età fertile.
Conoscere e capire cosa rappresenta il clitoride per la qualità di vita psicosessuale della donna è il punto di partenza per fare una corretta medicina di genere in ambito sessuale.
Dr. Maria Cristina Iannacci
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