Testosterone per LUI e per LEI

Dr. Maria Cristina Iannacci
Spec. in Ginecologia e Ostetricia
Dr. Alberto Lugli
Spec. in Medicina dello Sport

Il testosterone è un ormone fondamentale per la vita e per la qualità di vita psicofisica e sessuale dell’essere umano, sia maschile che femminile. È un ormone steroideo, cioè prodotto a partire dal colesterolo principalmente nel testicolo (uomo) e nell’ovaia (donna) ma anche nella ghiandola surrenalica, mediante una cascata di reazioni biochimiche operata grazie all’azione di enzimi.
Questi enzimi “lavorano” se stimolati da elementi interni, genetici, ormoni tiroidei, equilibri metabolici… e da elementi esterni, attività fisica, dieta, stress, in una parola epigenetica, cioè l’acquisito, il modo di vivere, la cura psicofisica della persona. Ricordiamolo: una buona cura della persona si esprime in un buon livello di base degli ormoni.
Stress intensi psico-fisici, il passaggio dell’età che chiamiamo invecchiamento (il termine tecnico è endocrinosenescenza) o andropausa/menopausa, la trascuratezza dietetico/metabolica, il sovrappeso, la mancanza di attività fisica inducono un drastico deficit della formazione di testosterone a favore dell’ormone dello stress, il cortisolo.
I due markers dello stress e dell’infiammazione (cortisolo e Interleukina 6) operano un’interferenza a livello centrale, sul Sistema Nervoso Centrale inducendo l’ipotalamo, la centralina energetica dell’intero organismo, a ridurre la produzione degli ormoni steroidi sessuali a favore di quelli della sopravvivenza. In definitiva il sesso è un lusso che ci è concesso quando siamo in equilibrio e allo stesso tempo un buon assetto ormonale steroideo è garanzia di benessere psicofisico e sessuale (circolo virtuoso).

Dal punto di vista strettamente clinico, i principali sintomi della carenza di testosterone sono:
• perdita di massa muscolare, riduzione del tono muscolare, cedimento muscolare (addome molle, guance cadenti), debolezza muscolare generale, dolori muscolari e articolari,
• perdita di peli pubici e ascellari,
• emotività pronunciata, ipersensibilità verso lo stress emozionale e fisico, mancanza di fiducia in sé, incertezza nelle scelte,
• diminuzione della capacità di resistenza durante lo sforzo fisico con sensazione soggettiva di mancanza di forza muscolare,
• perdita della libido, diminuzione della sensibilità erotica, rallentamento del riflesso orgasmico, diminuzione dell’intensità dell’orgasmo,
• invecchiamento precoce, malattie cardio-vascolari, osteoporosi

Si può notare dai sintomi da carenza che il testosterone agisce su tanti livelli, mentale, psichico, fisico e sessuale con effetti solo quantitativamente diversi nei due sessi.

Di fronte ad un quadro sintomatologico simile andrebbe valutato l’assetto ormonale generale dell’individuo, soprattutto per quanto riguarda i valori di testosterone.

I livelli sierici di tale ormone sono diversi nell’uomo e nella donna e la lettura degli esami deve tenere conto del range di normalità per quel dato laboratorio, individuando se il risultato si trova nei centili più bassi o più alti. Per es., se il range va da 5 a 75… e il soggetto con sintomi sospetti presenta valori di 10… pur rientrando nella normalità statistica per quel laboratorio il paziente può essere trattato per deficit ormonale. Quindi vanno sempre integrati i dati clinici, anamnesi, sintomi e segni, con i dati di laboratorio.

Altro elemento. Come leggere i valori ematici di testosterone? Il dosaggio sierico di questo ormone viene espresso come testosterone totale e testosterone libero. È la frazione libera, cioè non legata alle proteine veicolanti, albumina e SHBG (Sex Hormone Binding Globulin), ad essere clinicamente attiva, stimolando i recettori periferici. In realtà c’è un passaggio biochimico importante da tenere presente per capirne l’effetto clinico. Il testosterone viene trasformato di Diidrotestosterone (DHT) per opera dell’enzima 5alfa reduttasi e solo allora stimola i recettori. Ebbene, questo momento è mediato dall’Estradiolo, l’ormone femminile. Del resto, anche nella donna l’efficacia della terapia con testosterone transdermico è strettamente legato ad una sorta di pretrattamento, accensione dei recettori mediata da piccole quantità di estrogeni, anche deboli, come l’Estriolo.

Il testosterone quindi subisce in parte l’azione della reduttasi per diventare attivo e in parte viene degradato ad estrogeno per opera dell’aromatasi. Quindi in natura esiste un meccanismo raffinato che regola il gioco degli ormoni.

Appurato e compreso il ruolo dell’estradiolo nell’uomo, si assiste ad un paradosso, solo apparente, per cui il ripristino di valori corretti di testosterone risultano protettivi nei confronti del cancro della prostata perché si oppongono alla stimolazione in eccesso dei recettori ALFA per gli estrogeni. Per derivazione embriologica, prostata e mammella non sono molto diversi come struttura ghiandolare ed entrambi subiscono un effetto proliferativo operato dagli estrogeni. Sembra che sia lo squilibrio, ancora una volta, a giocare un ruolo importante nella patologia neoplastica, con esuberanza di estrogeni non bilanciati dal testosterone nell’uomo e dal progesterone nella donna. Puntualizziamo che gli estrogeno sono fattori promuoventi, stimolanti ma non trasformanti. Il pericolo non è legato al fatto che l’estrogeno generi un tumore ma all’azione di nutrimento operato dall’ormone sulle cellule cancerogene che presentano recettori estrogenici.

Quale terapia?

Attualmente si preferisce l’utilizzo di testosterone bioidentico, derivato dalla Dioscorrea villosa, quindi di origine vegetale veicolato da gel vegetale che facilita l’assorbimento transcutaneo. A differenza di quello sintetico, il testosterone bioidentico presenta meno fenomeni di accumulo, quindi meno effetti collaterali soprattutto nella donna, può essere modificato con facilità nella formulazione galenica e quindi adattato al paziente a seconda della risposta clinica. È opinione di chi scrive che la terapia vada adattata, cucita sul paziente per cui è fondamentale una stretta collaborazione medico-paziente. Nel trattare il quadro da deficit di testosterone non si può prescindere dalla cura della persona, adeguato movimento, corretta nutrizione, giusta integrazione, correzione di squilibri metabolici.

Dr. Maria Cristina Iannacci
Spec. in Ginecologia e Ostetricia
Perf. in Sessuologia Clinica
www.iannacci.it

Dr. Alberto Lugli
Spec. in Medicina dello Sport
Longevity Health Doctor (International Longevity Science Association)
www.albertolugli.eu