QUANDO LUI E’ TROPPO VELOCE

Dr.ssa Maria Cristina Iannacci
Spec in Ginecologia e Ostetricia
Perf. in Sessuologia Clinica
Perf. in Agopuntura

www.iannacci.it

Quando lui è troppo veloce.

La definizione di eiaculazione precoce è sempre stata oggetto di discussione.
Quando si può dire che un uomo arriva all’orgasmo troppo velocemente durante il rapporto sessuale? Per molti anni il criterio temporale non sembrò il più corretto (10 secondi, un minuto di penetrazione?), per non parlare del raggiungimento dell’orgasmo della partner come cut-off (con una donna insensibile a livello vaginale tutti i compagni sarebbero precoci!). Anche il numero di movimenti coitali per un po’ venne preso in considerazione per aiutare ad inquadrare il problema e si parlò di 7 movimenti come sufficienti per giudicare fisiologica la durata dell’amplesso.
Attualmente si definisce precoce l’eiaculazione che avviene senza controllo volontario da parte dell’uomo. Prima della sensazione di inevitabilità, in cui non è possibile fermare l’eiaculazione, l’uomo sperimenta una fase in cui può controllare lo stato di eccitazione al fine di rallentare il ritmo, cambiare posizione o semplicemente fermarsi qualora troppo vicino all’orgasmo.
Nell’uomo affetto da eiaculazione precoce manca questo controllo volontario.
Le cause di tale disfunzione possono essere identificate in: meccanismo automatico appreso, cioè abitudine a venire in fretta sin dai primi episodi di masturbazione o rapporti in luoghi non tranquilli per non essere scoperti; ansia più o meno celata che si manifesta durante il rapporto, in questo caso il sintomo precocità si manifesta a macchia di leopardo, a seconda della situazione, dello stato d’animo al momento del congresso amoroso o a seconda della partner. Si parla in quest’ultimo caso di eiaculazione precoce situazionale, in assoluto la forma clinica più spiazzante, perché coglie di sorpresa gli amanti e costringe, quando possibile, ad aspettare la seconda eccitazione, periodo refrattario permettendo. Ci sono anche motivi molto profondi, inconsci, di pertinenza psicoanalitica nei casi gravi di eiaculazione precoce, quelli in cui il sintomo manifesta odio per la donna e rifiuto del godimento femminile.
Dopo una valutazione sessuologica, che permette di escludere i rari casi con motivazione organica, fimosi, infiammazioni ecc.., si può fare diagnosi corretta del quadro.
Di fronte all’eiaculatore precoce da sempre, da meccanismo appreso, la terapia mansionale integrata può aiutare insegnando a riconoscere le sensazioni che precedono l’orgasmo e ad attuare un comportamento che blocchi la cascata di eventi prima della inevitabilità, una sorta di allenamento in coppia o anche da solo (con esercizi svolti durante la masturbazione).
Nei casi in cui l’ansia agisca come difesa inconscia nei confronti di una relazione emotivamente “pericolosa”, è consigliata in primis una terapia di riduzione dell’ansia, sottoforma di psicoterapia o ansiolitici tradizionali (che personalmente non consiglio!). Una terapia più “fisiologica” si basa sulla medicina alternativa, per es. agopuntura o farmacologia tradizionale cinese e omeopatia-omotossicologia.
Come aiutare un partner con questa disfunzione? Quale può essere il ruolo della compagna sessuale?
Il consiglio di distrarsi, di pensare ad altro proprio in quel momento non solo non serve ma apre il campo ad un comportamento automatico che porta inevitabilmente alla perdita di controllo. Andrebbe incentivato invece un agire attento alle sensazioni, andrebbero consigliate posizioni che facilitano il controllo, con appoggio comodo del corpo (la posizione del missionario non aiuta) e, non ultimi, indicati approcci erotici, penetrativi e non, che comprendano il “fermarsi prima” come tappa al piacere.
Un gioco in coppia, al contempo erotico e terapeutico, è quello in cui la donna accarezza intimamente il partner anche con l’aiuto di creme per poi passare al contatto con le mucose, orali e genitali, sempre fermandosi prima dell’inevitabilità, per poi riprendere una seconda e terza volta fino all’eiaculazione. Si attua una sorta di allenamento erotico, simile a quello insegnato nella terapia mansionale integrata, per acquisire un miglior controllo dell’orgasmo.
E se l’eiaculazione è situazionale? Proprio con quella partner? Esiste una pillolina tipo quella per il deficit erettivo? Sì, esiste una terapia ad hoc, una pastiglia da assumere prima dell’incontro che rallenta il riflesso orgasmico, allungando i tempi del rapporto. Si tratta di un antidepressivo con scarsi effetti collaterali che ovviamente combatte in urgenza il sintomo ma non guarisce la disfunzione!
In conclusione, vale davvero la pena di provare con terapie specifiche a cambiare la reattività erotica, per poter passare dal “tracannare” a letto, spinti da fame, ad una forma più sfumata e modulata di fruizione del piacere, una sorta di “degustazione” che soddisfi l’appetito.