Cannabidiolo elettroporato nella Vulvodinia

Dr. Maria Cristina Iannacci

Ginecologa e Sessuologa Clinica

www.iannacci.it

Si parla di Vulvodinia di fronte a sintomi di discomfort, bruciore, dolore, gonfiore, prurito…, localizzati nel distretto vulvare, che persistono da più di tre mesi e le cui cause non sono identificabili. Dal momento che la qualità di vita della paziente e della coppia è minata profondamente, riuscire ad ampliare l’offerta terapeutica è di fondamentale importanza. Le terapie inoltre non possono essere standardizzate e codificate in linee guida perché si parla sempre di più di polimorfismi genetici che predispongono a questa sindrome, con estrema variabilità da paziente a paziente. Le terapie vanno cucite sulle pazienti.

Il Cannabidiolo (CBD) sembra essere una grande promessa nella cura della Vulvodinia!

Si tratta di un componente della Cannabis Sativa, privo di effetti psicotropi, con la proprietà di interagire con i recettori presenti nel sistema endocannabinoide.

L’effetto è triplice.

Antinfiammatorio perchè limita l’azione locale delle interleuchine che si liberano nei tessuti a seguito dell’insulto patogenetico.

Analgesico, con riduzione della sensazione locale di dolore.

Antinociplastico, termine che sta ad indicare la limitazione della trasmissione di una sensazione che è interpretata a livello centrale come dolorosa ma in realtà non lo è. Per esempio un intenso bruciore al contatto con un tampone, l’impossibilità di indossare i jeans, il dolore all’ingresso durante il rapporto… situazioni in cui prevale l’iperalgesia (dolore acuto eccessivo per lo stimolo applicato) o l’allodinia (percezione di dolore invece del semplice contatto).

L’uso del cannabidiolo è strettamente locale, con applicazione vulvare di una crema contenente il principio attivo in concentrazione modulabile o, novità recente, tramite elettroporazione di CDB in veicolo specifico per questo trattamento.

L’elettroporazione è una pratica semplice, realizzabile in ambulatorio con macchina specifica, l’elettroporatore, della durata di 15-20 minuti assolutamente non dolorosa, in cicli di 6 sedute.

Durante il trattamento viene applicata la crema sul vestibolo/accesso vaginale, area periuretrale e forchetta, il manipolo dell’elettroporatore a contatto con le mucose crea dei microscopici pori per l’ingresso del CBD in profondità, nutrendo e curando le aree più sofferenti. Da sottolineare che gli effetti benefici sono anche di tipo “depot”, cioè persistono per un certo periodo finito il ciclo di trattamento, rendendo il trattamento ripetibile più volte l’anno per una più estesa copertura temporale.

Dr. Maria Cristina Iannacci

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