Agopuntura nel trattamento delle somatizzazioni dell’ansia

Dottoressa
Maria Cristina
Iannacci
Medico Chirurgo

cell. +39 335 63 41 890

Specialista in Ginecologia
e Ostetricia
Diploma in “Agopuntura
e Medicina Tradizionale
Cinese”
Scuola Matteo Ricci,
Bologna
Master Universitario di
II livello in “Agopuntura
e Medicina Tradizionale
Cinese”
Università degli Studi di
Firenze
Membro F.I.S.A.

Perché in questo numero ci
occupiamo di agopuntura per il
trattamento delle forme di ansia?
Ho pensato di parlare di questo argomento
perché il numero di pazienti che chiedono
un approccio alternativo ai farmaci ansiolitici
per la cura dell’ansia è in continua
crescita.
Più che di ansia si parla di
somatizzazione dell’ansia.
Cosa vuol dire?
Col termine “somatizzazione” si vuole
indicare una modalità di espressione del
disagio psichico sottoforma di sofferenza
di un organo o apparato. L’ansia si esprime
facendo “parlare” un organo: stomaco,
intestino, cuore, testa, utero…
Ognuno di noi ha nel proprio corpo un
punto debole, una porta pronta ad aprirsi
per lasciare andare l’eccessiva tensione, le
preoccupazione, i pensieri. Questa sorta di
valvola di sfogo non deve essere vista negativamente
in senso assoluto, come l’ansia
stessa non dovrebbe essere considerata un
elemento sempre dannoso. Una giusta dose
di ansia, infatti, ci permette una performance
migliore perché garantisce un’attenzione
ed un impegno più appropriati per affrontare
l’evento.
Allora quando si instaura la
malattia?
Il problema sorge quando i livelli di ansia
sono troppo elevati e prolungati nel tempo
a tal punto da non essere più gestibili dal
soggetto: l’ansia in eccesso prende allora la
strada più semplice per emergere, la valvola
di sfogo. Ma il coinvolgimento dell’organo
nella metabolizzazione dell’ansia, qualora
si ripeta più volte nell’arco dell’anno, dei
mesi, delle settimane o del giorno, porta
inevitabilmente ad un impoverimento della
qualità della vita, con sofferenza fisica
sempre più profonda che induce il soggetto
a chiedere aiuto.
Il paziente riporterà il sintomo legato all’organo,
convinto di avere una malattia come
gastrite, colite, emicrania ingravescente,
insonnia, fino a problemi cardiaci. Sempre
più spesso vengono riferiti disturbi del ciclo
mestruale, della sfera sessuale… anche loro
inquadrabili come “figure” dell’ansia.
Sembra quasi, dalla sua descrizione,
che il paziente non sappia che il
sintomo riportato è il suo modo di
esprimere l’ansia.
E’ il medico, dopo la valutazione del quadro
clinico e l’esclusione di una patologia
organica, con adeguati esami di laboratorio,
clinici, radiologici, endoscopici ecc. ad introdurre
il concetto di patologia funzionale,
cioè di organo sano ma che funziona male.
Sarà il medico a spiegare la possibilità che
alla base della sua sofferenza fisica ci sia
solo tanta ansia. A quel punto, dopo l’intervento
per così dire pedagogico, di spiegazione
della natura del suo disagio, scatta la
proposta terapeutica.
E qui che si inserisce l’agopuntura?
La medicina tradizionale cinese si inserisce
non solo nella terapia ma anche per
formulare una diagnosi corretta inquadrata
sul soggetto: il sintomo riportato è solo uno
degli elementi da studiare, insieme ai dati
riguardanti gli aspetti di tutte le funzioni
dell’organismo e della vita di relazione del
paziente.
Più in dettaglio, una volta studiato il sintomo
dal punto di vista occidentale ed esclusa
una patologia d’organo – quindi per esempio
in caso di mal di stomaco, avendo in mano
un giudizio tranquillizzante del gastroenterologo
con una gastroscopia o nel caso di
emicrania con l’esclusione di grave patologia
del sistema nervoso centrale da parte del
neurologo – il medico agopuntore inquadra
il sintomo secondo la visione orientale della
malattia.
Della gastralgia, cioè del mal di stomaco,
per rimanere nell’esempio sopra citato,
all’agopuntore interessa non solo il momento
di insorgenza, la sua relazione con il cibo o se migliora
col caldo o il freddo ma anche se è accompagnata
da sudorazioni, mani fredde e bagnate, gola
e bocca secca, palpitazioni, soprattutto di notte o
nel contatto o dialogo con le persone, se precede un
impegno fisico o psichico temuto, un incontro erotico,
se compare regolarmente nel week end.
Anche per l’inquadramento dell’emicrania e della
cefalea il percorso diagnostico è similare: interessa
la relazione fra insorgenza della crisi dolorosa e
il momento del ciclo, un eventuale rapporto con
impegni familiari o lavorativi, la variazione della
localizzazione del dolore e i sintomi accessori, le
caratteristiche del sonno e dei sogni. La valutazione
del polso e della lingua accompagnano diagnosi e
controllo dell’efficacia del trattamento.
Si arriva ad una diagnosi in medicina cinese che raccoglie
e spiega tutti i sintomi anche i più “lontani”
dai motivi che hanno spinto il paziente a chiedere
aiuto.
Il trattamento con agopuntura prevede dieci/dodici
sedute con utilizzo di aghi, a volte di aghi riscaldati,
una o due volte la settimana, a seconda della gravità
del quadro clinico.
Quali risultati si ottengono?
Pur essendo l’obiettivo della cura la riduzione o
la risoluzione dei sintomi riportati dal paziente,
il miglioramento globale della qualità di vita e il
benessere raggiunto con l’agopuntura innalza il
livello di tollerabilità dell’ansia anche nei casi in
cui la fonte della stessa, sia interna che esterna
all’individuo, risultasse non modificabile. E’ come
se in questi casi si offrisse con l’agopuntura un
meccanismo aggiuntivo di difesa nei confronti del
dilagare dell’ansia.
Il tutto senza l’utilizzo di farmaci?
La medicina tradizionale cinese si avvale di fitoterapici,
che talvolta utilizza, soprattutto nei quadri
di deficit gravi, ma l’agopuntura tratta il paziente
con la pura manipolazione di aghi inseriti secondo
schemi e combinazioni da personalizzare in base
al soggetto da trattare.
E per pazienti già in terapia con
ansiolitici?
Non va mai arbitrariamente sospesa la terapia
occidentale. Per questi pazienti l’agopuntura costituisce
un trattamento complementare che migliora
la tollerabilità ai farmaci, riducendone spesso la
quantità necessaria per garantire una accettabile
qualità della vita.
Per concludere,
quali sono le più frequenti “figure”
dell’ansia che tratta con l’agopuntura?
Le insonnie con palpitazioni, anche della gravida,
dolori toracici senza patologia cardiaca, le cefalee
ed emicranie, in particolare del fine settimana,
tutte le gastralgie e coliti in cui non si trova
giustificazione organica, le dismenorree e sindromi
premestruali, disturbi mestruali e sterilità
inspiegata, alcune disfunzioni sessuali, soprattutto
maschili, le alterazioni del tono dell’umore, dopo
eventi luttuosi anche in senso lato, la diminuzione
della capacità di concentrazione e tutti quei
quadri che si accompagnano sempre e comunque
al desiderio del soggetto di migliorare la qualità