Nell’esperienza umana, l’orgasmo rappresenta la forma di piacere fisico più gratificante.
E’ costituito da contrazioni ritmiche dei muscoli del pavimento pelvico che avvolgono i genitali, interpretate a livello del sistema nervoso centrale come piacevoli.
Dal punto di vista medico, neurofisiologico, si parla di orgasmo quando l’eccitazione sessuale provocata da stimoli mentali, fisici extragenitali e prettamente coitali supera una certa soglia molto soggettiva, variabile non solo da persona a persona ma anche dal momento della vita e dalle situazioni relazionali dell’individuo.
Si può affermare che l’orgasmo è un riflesso. Il risultato è sempre lo stesso ma la via per ottenerlo può essere molto variabile.
I sessuologi riportano statistiche abbastanza uniformi riguardo la percentuale di donne che riferiscono di provare l’orgasmo mediante la sola stimolazione del coito, 50%. Del rimanente, almeno il 35% non ha le basi anatomiche per arrivare all’orgasmo con la pura stimolazione della vagina mentre un 15% non lo prova per incompetenza erotica maschile, scarsa erezione ed eiaculazione precoce.
L’orgasmo è comunque ottenibile in tutte le donne con sano sviluppo psico-sessuale, mediante stimolazione diretta del clitoride. Non esiste donna sana, con fisiologico sviluppo psico-sessuale, che non possa provare orgasmi. La variabilità sta nella strada al piacere, ma il piacere è fondamentalmente sempre lo stesso.
Intervistando donne che provano orgasmo sia da pura stimolazione coitale che da giochi erotici col clitoride, emerge che la differenza delle due esperienze orgasmiche sta per alcune nella maggiore intensità fisica in quella da stimolazione diretta del clitoride e nella sensazione più sfumata, più dolce, più emotivamente coinvolgente in quello da stimolazione coitale. E’ palese il contributo mentale nell’interpretazione del piacere, dal momento che, ripeto, l’orgasmo è sempre dovuto agli stessi muscoli che si contraggono!!!
Un uomo con cultura sessuale arcaica, fallocentrico, convinto che il suo genitale sia dispensatore universale di estasi erotica, trova non naturale che la donna debba richiedere la stimolazione del clitoride durante l’atto sessuale. Parallelamente la donna che non conosce l’anatomia e il funzionamento sessuale per inibizione culturale o scarso interesse personale o che, pur essendo andata anche da sola all’esplorazione del proprio corpo sessuato, non ha il coraggio di introdurre nella relazione con l’uomo i giochi alternativi o complementari alla penetrazione che “sicuramente” le porterebbero al piacere, rimane eroticamente bloccata in una visione stereotipata del rapporto sessuale.
Allora che fare? Pur di non svelare una scarsa reattività al coito, pur di non essere giudicata fredda, pur di chiudere un rapporto del tipo “basta che sia contento lui…” la donna finge di provare piacere. La finzione dell’orgasmo già nei primi rapporti, all’inizio della passione compromette la relazione incarcerandola nella non onestà e non apertura comunicativa.
Fingere l’orgasmo a letto è in fondo un modo per prendere distanza dalla propria personale reattività erotica, è il non riconoscere il diritto a chiedere un gioco, una carezza come la si desidera. E’ una rinuncia, un falso sacrificio per il bene della coppia. Il circolo vizioso che si crea rimane fine a se stesso e se si decide di uscirne il prezzo da pagare può essere la faticosissima ricostruzione della coppia dopo il perdono alla menzogna o l’incapacità di reinvestire su un partner ingannatore.
Può però capitare di fingere saltuariamente, in momenti in cui il lasciarsi andare è più difficile e si preferisce terminare il rapporto accontentando il partner e riservandosi una più completa partecipazione in un successivo incontro. Questo comportamento, parafisiologico, non è solo appannaggio della donna ma coinvolge sempre più soggetti di sesso maschile, come confessato in corso di consulenza sessuologica.
Sono molti, in verità gli uomini che fingono a letto, non tante le donne che colgono la cosa. Perché l’uomo arriva a fingere l’orgasmo?
Verrebbe da pensare per mettere fine ad un rapporto che in fondo lui “sente” poco, di cui farebbe a meno ma di cui non ha voglia di parlare, per non sentirsi “meno sessuale” della compagna…
Tuttavia, a parte l’uomo con problemi reali di ritardo eiaculatorio, di cui ho parlato in un precedente articolo, il motivo più frequentemente riportato per giustificare tale comportamento erotico sta, ahimè, nella profonda insicurezza del maschio, nel timore di non essere abbastanza per la propria compagna, nel terrore che la partner non sessualmente “esausta” possa guardare altrove. L’uomo finisce con l’impegnarsi in rapporti numericamente eccessivi, a volte perfino con aiuto farmacologico (!!!) pur di esaurire le pruderie della compagna e placare la propria, profonda gelosia.
Che fare?
Nulla, se ciascuno dei componenti della coppia non vuole uscire dallo status quo, tanto, tantissimo se si vuole migliorare la qualità di vita erotica.
Perché fingere quando il piacere te lo puoi prendere e gustare tutto??
Dr. Maria Cristina Iannacci
Specialista in Ginecologia e Ostetricia
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Perfezionata in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese