Dr. Maria Cristina Iannacci
Spec. in Ginecologia e Ostetricia
Perf. in Sessuologia Clinica, Omotossicologia, Medicina Tradizionale Cinese
Medico P.N.E.I.
Il periodo che precede il completo esaurimento della funzione riproduttiva ovarica può essere considerato a tutti gli effetti un processo, un insieme di eventi di adattamento della persona ad un quadro ormonale diverso, ad un nuovo equilibrio, in cui la riproduzione non è più importante.
Da una ciclicità di secrezione di ormoni a partenza da ipotalamo ed ipofisi, per poi finire a livello ovarico con il ciclo mestruale corredato di ovulazione, si passa gradualmente ad una secrezione lineare e ridotta degli stessi ormoni con finalità di nutrimento e salute della donna.
La fase del ciclo che per prima scricchiola, verso i 40 anni, ma spesso anche prima, è la seconda metà del ciclo, la fase luteale in cui il progesterone la fa da padrona. Poi comincia a tentennare anche l’ovulazione ed infine non si riconosce più una fase del ciclo ma si assiste ad un residuo di secrezione di estrogeni che lentamente si esaurisce.
La sintomatologia ricalca la storia naturale dell’esaurimento ovarico. Dapprima il deficit di progesterone si fa sentire con sintomi che richiamano in un certo senso l’eccesso di estrogeni: mancando l’effetto tranquillizzante del progesterone sull’esuberanza degli estrogeni, avremo mestruazioni abbondanti, a volte ravvicinate, gonfiore addominale e del seno, ipereccitabilità del sistema nervoso, alterazioni del sonno… ma talvolta il quadro non è affatto negativo e la donna parla di un periodo magico, con grande energia, appagamento sessuale ottimale in termini di desiderio e fruizione del piacere.
È quando l’ovulazione comincia a tentennare che lo squilibrio coinvolge anche la produzione di testosterone con ripercussioni sul tono dell’umore, sull’energia psicofisica e sessuale. La paziente racconta di mestruazioni bizzarre, a volte anticipate, a volte in ritardo, spesso emorragiche o al contrario scarse e prolungate, stanchezza e calo del desiderio. È in questa fase che frequentemente si assiste all’accumulo di grasso nel giro vita per prevalenza di ormoni steroidei dello stress, leggi cortisolo, di produzione surrenalica sugli ormoni sessuali di produzione ovarica.
Quando poi anche la prima metà del ciclo comincia a soffrire, gli estrogeni calano ed ecco che si associano sintomi tipicamente menopausali, come vampate di calore, sudorazioni soprattutto notturne con sonno disturbato, tono dell’umore altalenante con mestruazione che vanno e vengono, imprevedibili e senza ordine.
Alla fine del processo compare un’ultima perdita di sangue e dopo un anno si identifica nella menopausa l’età di comparsa di quell’ultima mestruazione.
Alla luce della storia naturale verrebbe da pensare che si stratti di un processo fisiologico, da accettare per quello che è. In realtà le cose non sono mai come sembrano e l’eccesso di estrogeni non bilanciato dal progesterone può stimolare utero e mammella, con tendenza a formare polipi endometriali, fibromi uterini e fibroadenomi mammari. Un sonno patologico è alla base di molte patologie infiammatorie e mina la salute del sistema nervoso centrale e del cuore.
E la qualità di vita?
Si usa il termine Sindrome Menopausale non a caso. Insieme di sintomi disturbanti che vanno curati, da cui il concetto di Terapia Ormonale Sostitutiva, con ormoni presi dall’esterno, sempre più simili agli ormoni naturali, per ripristinare livelli circolanti degli stessi e permettere il ritorno ad una qualità di vita accettabile.
E il periodo pre-menopausale? Come aiutare la donna nella fase di passaggio?
Le opzioni sono fondamentalmente tre.
Si può optare per la classica pillola contraccettiva con ormoni naturali. Si sopprime l’ovaio, i sintomi e le irregolarità mestruali vengono corretti, spesso il flusso risulta molto ridotto o assente, con miglioramento di anemia e stanchezza. Ovviamente se la paziente gradisce mestruare, se vuole ancora vedere il flusso, per molte pazienti una sorta di testimonianza che è ancora giovane (è una richiesta molto più frequente di quanto ci si possa aspettare!), la pillola prevederà quattro pastiglie vuote per indurre un minimo di perdita. Il più delle volte si assume la combinazione estrogeno-progesterone in maniera continua. Quindi soppressione ovarica e sostituzione degli ormoni in circolo. Questa terapia è particolarmente gradita in chi ha già assunto la pillola durante la vita riproduttiva.
L’alternativa è una terapia di riequilibrio, introducendo dall’esterno l’ormone mancante, in questa fase il progesterone. Progestinico di sintesi, quando possibile meglio il progesterone naturale a cicli, per mestruare, in continuo per limitare al massimo il flusso, per periodi prolungati, anche mesi. Il senso di questa terapia è evitare l’eccesso di estrogeni tipico della premenopausa che porta a problemi ginecologici descritti sopra.
Esiste una terza terapia con prodotti omotossicologici che operano un equilibrio non sostituendo il mancante ma stimolando la produzione naturale dell’ormone. Quando l’ovaio ha ancora riserva ovarica, quando ha ancora voglia di funzionare, questa terapia aiuta il fisiologico funzionamento. Lo riservo in pazienti motivate, con quadri clinici non severi o quando altre terapie non sono gradite.
Dal momento che il deficit di progesterone è spesso espressione di “furto da produzione di cortisolo per intenso stress” (v. altro articolo sul blog), in periodo pre-menopausale si rivelano utilissimi cambiamenti degli stili di vita. Minore è lo stress fisico, dietetico, mentale ed emozionale minore sarà la produzione di cortisolo e citochine infiammatorie (v. altro articolo sul blog) e minori saranno gli effetti negativi sulla qualità di vita, personale, relazionale, sociale e sessuale.
Dr. Maria Cristina Iannacci
www.iannacci.it