Dr. Maria Cristina Iannacci
Spec. in Ginecologia e Ostetricia
Perf. in Sessuologia Clinica
La sincronizzazione dei tempi del piacere sessuale gioca un ruolo importante nell’economia della soddisfazione di coppia tra le lenzuola.
L’orgasmo simultaneo come apoteosi del rapporto perfetto è realmente un mito? Gustarsi il piacere del partner non è già la parte più importante della felicità sessuale? In effetti, assistere alle manifestazioni di abbandono del (la) partner viene riconosciuto come un aspetto estremamente gratificante dell’incontro amoroso e anche una sorta di testimonianza della propria competenza come amante.
Ma allora… se il piacere è simultaneo non si perde qualcosa?
La questione “tempo” in sessuologia rimanda in automatico al frequente quadro di perdita del controllo eiaculatorio in tanti soggetti di sesso maschile.
Prendiamo ad esempio l’eiaculazione ritardata (v. articolo specifico sul blog). Si tratta di una condizione sentita come frustrante pur essendo sulla carta una situazione estremamente favorevole per una certa tipologia di compagna sessuale, quella degli orgasmi multipli, che si bea delle penetrazioni prolungate che ha periodi refrattari pressoché nulli sperimentando scariche orgasmiche a ripetizione. In realtà è sentito frustrante proprio perché lo spettacolo di vedere lui lasciarsi andare dentro di lei è un evento raro, se non impossibile. È un “qualcosa” che manca.
Nella precocità sessuale, la mancata sincronizzazione del piacere porta ad una dicotomia del rapporto con una prima fase tutta rivolta alla stimolazione delle “di lei” zone erogene per accenderla il più possibile e magari limitare la penetrazione quando la ragazza si sente pronta, continuando il massaggio sul clitoride.
La doppia componente eccitatoria, vaginale e clitoridea, garantisce l’orgasmo penetrata. È qui che la gestione maschile dei tempi è fondamentale, vuoi per gustarsi il piacere della compagna, vuoi per lasciarsi andare contemporaneamente. Si può scegliere.
Quando il controllo eiaculatorio è più “complicato” si opta per una tecnica che biologicamente non è appropriata. Ci si focalizza su di lei, con giochi che accendono. l’eccitazione (lubrificazione ed espansione) portandola all’estasi e poi… lui finisce. Quale può essere il problema? Anche la donna ha un periodo refrattario. A parte la tipologia di donna sopra descritta, quella dell’orgasmo multiplo, che non è frequentissima, il resto della popolazione femminile risponde a regole di fisiologia sessuale che prevede un periodo refrattario post orgasmico del tutto simile a quello maschile, con perdita di lubrificazione ed elasticità.
Questo aspetto è particolarmente presente nelle pazienti vulvodiniche (v. altro articolo sul blog) in cui parte dalla componente infiammatoria deriva da elementi meccanici, per condotta sessuale errata, ed ormonali per eccessiva secchezza durante la penetrazione. In sostanza, la penetrazione prolungata post orgasmo femminile non è consigliabile e può portare ad irritazioni, cistiti post costali e vulviti. Lo studio dei tempi tra le lenzuola ha molte più implicazioni biologico-medico- terapeutiche di quando possa far pensare la mera speculazione sull’orgasmo simultaneo.
Dr. Maria Cristina Iannacci
Spec. in Ginecologia e Ostetricia
Perf. in Sessuologia Clinica