Dr. Maria Cristina Iannacci
Ginecologa e Sessuologa
Nella valutazione clinica della paziente con Vulvodinia, cioè con quel particolare stato di discomfort vulvare che dura da almeno tre mesi e che non sembra essere correlato ad una causa chiaramente identificabile, emerge di frequente la coabitazione di due elementi, la neuropatia e l’ipertono muscolare.
Al test col cotton fioc, detto swab test, la paziente avverte bruciore, fastidio se non franco e pungente dolore in punti specifici, vestibolo in particolare ma anche clitoride o sbocco dell’uretra. Si parla spesso di allodinia, cioè di sensazione diversa da quella che ci sia aspetta con dolore laddove il contatto col cotton fioc dovrebbe richiamare semplicemente la sensazione di tocco. Vedremo in altro articolo che alla base di questo fenomeno c’è la neogenerazione di terminazioni nervose da infiammazione cronica di basso grado ripetuta nel tempo.
Alla valutazione del tono del pavimento pelvico e nella ricerca di trigger point la paziente con vulvodinia presenta il dato obiettivo di tono aumentato per esempio nei muscoli otturatori, pubo rettale, parauretrali ecc. e il dato soggettivo di dolore alla pressione di alcuni punti interni.
Questo due aspetti clinici della patologia sono tra loro correlati?
Il dolore da stimolazione dell’area genitale, vuoi da contatto con biancheria intima, introduzione di tamponi o coppetta mestruale, in particolare in corso o a seguito di contatti erotici, scatena un riflesso innato ancestrale, quello che porta all’attivazione del braccio nervoso dell’asse dello stress, quello che permette la fuga dal pericolo.
La sequenza è questa. La Corteccia cerebrale identifica lo stimolo periferico come dolore, qualcosa di nocivo, dannoso, da evitare, le strutture cerebrali informate mettono in atto il meccanismo più veloce e potente per allontanare una potenziale minaccia fisica grazie all’Ipotalamo che risveglia in frazioni di secondo, tramite impulso nervoso, la midollare del Surrene con conseguente rilascio di adrenalina. L’adrenalina è un ormone che aumenta la frequenza cardiaca, il ritmo del respiro, blocca tutte le funzioni viscerali superflue, digestione, sessualità, contenzione urinaria…, e convoglia energia e sangue negli organi deputati a “scappare”, cioè i muscoli. La muscolatura del pavimento pelvico non si sottrae a questa situazione d’urgenza e risponde con aumento del tono e prolungamento dello stato di contrattura quasi ad evitare che lo stimolo continui.
Anche la previsione del dolore, come ansia anticipatoria prima del rapporto intimo, induce l’iperattivazione dell’asse dello stress, contribuendo a ridurre la partecipazione erotica e accentuando la sintomatologia algica, creando una sorta di circolo vizioso di automantenimento della vulvodinia.
Ecco che la terapia non può prescindere dagli aspetti fisiopatologici sopra descritti e dovrà essere incentrata nella rottura del circolo vizioso con trattamenti medici, antinociplastici e miorilassanti da una parte e fisioterapici in mani esperte dall’altra.
Al prossimo articolo!
Dr. Maria Cristina Iannacci
www.iannacci.it