Dr. Maria Cristina Iannacci
Ginecologa e Sessuologa
www.iannacci.it
Si è soliti descrivere la risposta sessuale nella specie umana come un processo dinamico che inizia col desiderio sessuale, cioè con la spinta a ricercare un comportamento sessuale attivo, seguita dalla fase della eccitazione, che consiste nella preparazione dei genitali all’introduzione, dalla fase dell’orgasmo per finire con la fase della risoluzione. In questo articolo ci focalizziamo sul secondo step, quello dell’eccitazione sessuale.
Nell’uomo la fase dell’eccitazione coincide con l’erezione, cioè col cambiamento di stato del genitale maschile per riempimento dei corpi cavernosi che permette la penetrazione con deposizione del liquido seminale in fondo alla vagina. Si tratta di un atto biologicamente fondamentale per la riproduzione nei mammiferi, perché avvicina il più possibile il gamete maschile, lo spermatozoo, al gamete femminile, l’ovulo.
Nella donna si assiste ad un processo del tutto simile ma le strutture erettili sono più interne, situate nello spessore della parete vaginale e della vulva e fanno parte dell’organo clitoride. L’eccitazione della donna si manifesta con l’allungamento del canale vaginale e con la lubrificazione di vulva e vagina, il tutto per permette l’accoglimento del genitale maschile.
I due circuiti che permettono l’eccitazione sono del tutto sovrapponibili nell’uomo e nella donna. Il primo, a partenza dal Sistema Nervoso Centrale, è legato ai sensi, alla vista, all’olfatto, al tatto ma anche al ricordo, all’immaginazione alla previsione di qualcosa di bello e piacevole. Nell’uomo questo circuito porta all’erezione ancor prima di spogliarsi, nella donna alla lubrificazione del vestibolo, cioè della parte più esterna dei genitali, deputata a “far entrare”. Il secondo circuito, più locale, più da contatto e supportato da una sorta di riflesso automatico, rafforza l’erezione nell’uomo grazie a carezze, baci o movimenti coitali ed innesca o aumenta la lubrificazione vaginale, per permettere la totale introduzione e i movimenti che portano al completamento dell’unione sessuale.
Circuiti diversi per differenti strutture anatomiche e differenti recettori ormonali, con alla base la diversa origine embriologica dei genitali. Ecco quindi che il circuito più mentale è legato alla psiche, ai sensi, al cervello e al glande, al vestibolo, al clitoride, alle ghiandole di Skene e del Bartolino (strutture di derivazione ectodermica) mentre il secondo circuito è in un certo senso più genitale, più ormonale/immunologico (dal punto di vista psiconeuroendocrinoimmunologico) connesso a strutture anatomiche di derivazione entodermica.
Assistiamo quindi, dal punto di vista femminile ad una doppia componente della lubrificazione, quella dell’introito, androgeno dipendente e quella tipicamente del canale vaginale regolata dal buon assetto estrogenico. Quindi è solo grazie alla combinazione dei due ormoni steroidei più importanti per la sessualità, testosterone ed estrogeni, che arriviamo ad una soddisfacente partecipazione fisica all’atto sessuale. La stessa definizione di dispareunia, dolore avvertito durante il rapporto sessuale, deve essere descritta come dispareunia introitale o profonda, dell’introduzione o dei movimenti coitali.
Perché è importante capire le due facce della lubrificazione femminile? Perché la terapia della secchezza vaginale, della dispareunia e in generale delle affezioni da scarsa lubrificazione, non può non tener conto di questa differenziazione, perché l’anamnesi deve sí orientare la diagnosi, ma poi la terapia sarà assolutamente sartoriale, adattata alla risposta clinica su entrambe le componenti.
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Dr. Maria Cristina Iannacci