La disfunzione sessuale con … l’amante – 2

Dr. Maria Cristina Iannacci

Ginecologa

Sessuologa Clinica

Medico-agopuntore

cell. 335 6341890

 

LA FOGLIA DI FICO

2. Lo spectatoring

In precedenza abbiamo visto che una defaillance sessuale, sebbene in alcuni casi possa essere espressione di conflittualità con radici inconsce, il più delle volte si manifesta per motivazioni banali, non necessariamente destinate a ripetersi. Un uomo sicuro di sé, fiducioso delle proprie capacità amatorie e con la giusta dose di autoironia giudica l’incidente come tale: cosciente che l’episodio potrà anche ripetersi, vive la sessualità con immutato entusiasmo. L’uomo stressato, che affronta con ansia gli incerti della vita, che necessita di continue rassicurazioni sulla validità del suo operato, il perfezionista o semplicemente l’uomo “sensibile” … prende molto seriamente l’accaduto, si sofferma a studiarne attentamente le sfumature, cercando di capirne il perché. “E poi perché proprio a me?”
Per questa tipologia di uomo il successivo incontro sessuale non sarà un momento di gioco ma l’occasione per mettersi alla prova, per studiarsi ed osservarsi al punto di comportarsi un po’ come spettatore di se stesso. Il fenomeno dello “spectatoring” in ambito sessuologico, cioè la tendenza a focalizzare l’attenzione non tanto sulle sensazioni erotiche, piacevoli, ma sullo stato della propria erezione, è altamente distruttivo per la sessualità. L’ansia anticipatoria relativa alla prestazione sessuale innesca il circolo vizioso paura dell’insuccesso – deficit erettivo – paura, con possibile e probabile escalation da singolo episodio di risposta erettiva insoddisfacente, peraltro passeggera, a stato di deficit erettivo grave e cronicizzato. Per quale motivo l’ansia è così deleteria per la gioia sessuale?

Le vie nervose al servizio della sessualità raccolgono gli stimoli potenzialmente erogeni provenienti dai cinque organi di senso e li convogliano verso i centri “superiori”, situati nel cervello, dove vengono elaborati, interpretati ed arricchiti dalle emozioni. E’ esperienza comune che un’eccitazione sessuale possa essere avvertita semplicemente pensando ad una situazione erotica, una fantasia, percependo un odore od osservando un particolare del corpo del partner. Può capitare che l’uomo sperimenti una eccitazione in seguito alle vibrazioni durante un viaggio in autobus o in seguito all’immersione in acqua, per es. al mare.
I centri superiori decidono se lo stimolo e la situazione sono appropriati, facilitando od ostacolando la progressione dell’eccitamento. Queste aree cerebrali sono inoltre responsabili di quelle impressioni soggettive, che chiamiamo emozioni, che colorano la sessualità lasciandoci il dolce ricordo dell’incontro, il desiderio di ritrovarci… che collegano, in definitiva, l’attività istintiva all’affettività.
La nota dolente è che i centri “sessuali” sono in stretta relazione con i centri nervosi che assicurano all’individuo la sopravvivenza e che permettono, quasi automaticamente, la fuga di fronte ad un grave pericolo. Se scatta una reazione di allarme, fisiologicamente non è più possibile iniziare o continuare una qualsiasi attività sessuale, che rappresenterebbe una inutile quanto inopportuna dispersione di preziose energie necessarie per la “fuga”. Del resto si è mai visto un uomo delle caverne fuggire da un animale feroce col pene in erezione?
Quindi, paura, angoscia e purtroppo anche l’ansia agiscono sulla reattività sessuale dell’uomo moderno nello stesso modo in cui una belva agiva migliaia di anni fa sull’uomo primitivo, cioè mortificandone la funzione sessuale fino ad inibirla. Si tratta semplicemente di un meccanismo di difesa al servizio della sopravvivenza e a danno della sessualità.
Si può fare qualcosa?