Gli ormoni, si sa, sono nostri grandi amici, per garantirci una buona qualità di vita sessuale, riproduttiva e sociale.
Non tutti i cocktail ormonali però hanno un impatto positivo sulla sessualità, anzi, alcune terapie sono estremamente mortificanti per desiderio sessuale, eccitazione e fruizione del piacere.
Parlerò in particolare di estroprogestinici per soppressione ovarica, per intenderci la pillola contraccettiva, e di terapie con solo progestinico, minipillola, IUD medicato al progesterone e impianto sottocutaneo.
Quando parliamo di contraccezione orale ci riferiamo all’assunzione per bocca di una pillola contenente un estrogeno e un progestinico in combinazione tale da bloccare quella cascata ormonale a partenza dall’ipotalamo che induce il ciclo mestruale fisiologico con ovulazione. Il meccanismo d’azione quindi prevede inibizione dell’ovulazione ma anche riduzione della crescita in spessore e alterata maturazione dell’endometrio, cioè di quella parete mucosa che riveste la cavità uterina, rendendola in definitiva inospitale ad accogliere un eventuale uovo fecondato.
La pillola contenente solo progestinico (chiamata spesso minipillola), l’impianto sottocutaneo di un dispositivo che rilascia progestinico e la spirale medicata con progestinico sono presidi medici contraccettivi che agiscono in maniera molto simile al precedente gruppo ma mancando della parte estrogenica vengono utilizzati per lo più quando non si può prescrivere la pillola estro-progestinica (in alcune forme di trombofilia o in ragazze con specifiche tipologie di emicrania), in allattamento (minipillola) e sempre più spesso, ahimè, come alternativa in chi crede di assumere una pillola più leggera, come prima scelta nell’adolescente (in molti congressi di contraccezione si esalta lo IUD medicato al progestinico come prima scelta proprio nella ragazza giovane!!!).
Anche in premenopausa c’è la tendenza a somministrare progesterone come se fosse l’ormone amico della donna! Per non parlare delle linee guida della terapia delle prime irregolarità mestruali della premenopausa, che consigliano la terapia soppressiva proprio nel momento di massima esaltazione della sessualità femminile. Tra i 40 e i 50 anni la donna si conosce bene, ha esperienza, sa cosa vuole, come ottenerlo, è al massimo della espressione ormonale e facilmente vivrà l’estroprogestinico come un mostro che le tarpa le ali.
Chiariamo le cose. La risposta clinica a queste terapie, in termini di qualità di vita è molto variabile. Per coloro che hanno grossi squilibri ormonali mettere a riposo l’ovaio può essere una mossa vincente, con riduzione della sintomatologia e ottima qualità di vita. Flussi mensili più ridotti (non sono vere mestruazioni ma semplici sanguinamenti da sospensione temporanea ed alcune pillole hanno una combinazione tale da non far mestruare affatto), sindrome premestruale attenuata, riduzione dell’acne e risoluzione della dismenorrea (dolore mestruale) rappresentano gli aspetti più graditi della pillola contraccettiva. Si tratta di terapie, con precisa indicazione clinica!
Peccato che spesso la contropartita è un calo drastico del desiderio sessuale, una secchezza vaginale con scarsa o assente eccitazione (vagina che non si lubrifica e non si “espande”, non partecipa all’incontro amoroso) e tono dell’umore molto altalenante.
Questo ultimo aspetto è strettamente legato all’assetto ormonale indotto dalla pillola che mima quello tipico del periodo premestruale, con fluttuazione dei neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale, che regolano lo stato dell’umore, della felicità di vita. Sí, sembra di essere perennemente in sindrome premestruale.
Quale conclusione possiamo trarre? Le terapie soppressive sulla funzione ovarica tolgono la “benzina” per la sessualità, cioè alterano i livelli ormonali soggettivamente ottimali per sentire la spinta sessuale e per rispondere fisicamente al richiamo erotico. Testosterone ed estrogeni giocano fra di loro, si potenziano a vicenda per garantire la risposta sessuale. La pillola estroprogestinica sopprime, abbatte la produzione spontanea di questi ormoni ed innalza le proteine che legano il testosterone in circolo, limitandone l’effetto biologico sui recettori. In poche parole c’è meno testosterone e quel poco che c’è è bloccato, non funzionante.
Il progesterone dal canto suo collabora con gli altri ormoni ma si oppone alle spinte, ai picchi, alla vivacità degli estrogeni. È perfetto per limitare i sintomi da iperestrogenismo (che è una patologia!) ma somministrare progesterone a coloro che non hanno eccesso di estrogeni vuol dire mortificare la sessualità, asciugare le mucose, limitare la lubrificazione vaginale, abbattere il desiderio. Ovvio che la ragazza/donna che non ha questo quadro clinico ma utilizza un contraccettivo con solo progestinico può presentare effetti collaterali che limitano la qualità di vita.
L’effetto sul sistema nervoso centrale e sul tono dell’umore, poi, è estremamente soggettivo. Vale la pena ricordare che le principali sindromi psicofisiche femminili (disagio fisico e tono dell’umore basso o altalenante) si presentano, non in tutte le donne per fortuna, in determinati periodi della vita femminile quali il periodo premestruale, il post-partum e la post menopausa. Cosa accomuna questi momenti? I bassi livelli di Estrogeni!
In conclusione. Le terapie estroprogestiniche o di solo progestinico sono TERAPIE, perfette per chi ha necessità di correggere squilibri ormonali. Per la sola contraccezione possono essere tollerate, spesso amate dalle giovani utilizzatrici che possono vivere una sessualità agli albori in totale sicurezza. Al contrario, la donna che si conosce, cha ha sperimentato la sana “lunaticità” sessuale e umorale dell’essere femmina, può presentare effetti collaterali intollerabili per la felicità sua e sotto le lenzuola. Noi ginecologi NON possiamo ignorare questi effetti, dovremmo informare la paziente ed essere pronti a modificare la prescrizione di fronte a simili effetti. Dobbiamo essere più possibilisti e cucire sulla paziente la terapia, non basandoci solo su linee guida o protocolli. Sminuire l’importanza di una buona e soddisfacente sessualità è in definitiva un vero atto di disprezzo per la “persona”.